Principale attrattiva turistica di Ispra è il lungo sviluppo della riva del lago. Dal grande masso erratico del Cavalasc di Ranco fino alla Palude Bozza sul confine con Brebbia, la costa è quasi tutta percorribile e per lunghi tratti e’ servita da una attrezzata passeggiata pedonale.
Dal centro paese il lago non appare immediatamente al visitatore, perché grandi giardini lo separano dall’abitato. Occorre scendere alla sponda, attraverso la strada che conduce al porto o lungo i viottoli che lambiscono i parchi delle ville. Una suggestiva scalinata porta direttamente al lago partendo dal piazzale retrostante la Chiesa Parrocchiale. Dal grande parcheggio per automobili di fronte al cimitero, si puo’ arrivare al piazzale del porto scendendo attraverso il parco pubblico che circonda il monumento Castelbarco.
Piccoli porticcioli, punti d’attracco dei barconi che servivano le vecchie fornaci da calce, moli e darsene anche privati, si trovano lungo tutta la costa. Il punto principale di accesso per le imbarcazioni è la zona attrezzata del porto, dove si trova anche il punto d’attracco della Navigazione Lago Maggiore, per battelli ed aliscafi, attivo nella stagione estiva.
Il molo più grande del porto vecchio fu costruito nel 1868. Con molti lavori successivi si è giunti alle dimensioni attuali delle due darsene dove trovano ospitalità circa 100 imbarcazioni. Un punto di alaggio comodo, servito da un ampio scivolo si trova nella località Sassone, in fondo a via Riviera.
Una comoda passeggiata pedonale conduce, a sud del porto, alla località Sassone, dove si trova la sede della Associazione Canottieri di Ispra. Di fronte alla bella villa Riviera è stato ultimato un nuovo porto che è andato a sostituire il vecchio Porto dei Galli. Dopo il piazzale di via Riviera, dove termina il percorso pedonale attrezzato ed inizia la spiaggia, si puo’ trovare il piccolo fontanino dell’acqua solforosa che oggi è quasi asciutto, ma ebbe discreta notorietà nel secolo scorso. Proseguendo lungo la riva si giunge al recinto della grande villa di Quassa ed occorre piegare all’interno perché il cammino più avanti è impedito da moli e darsene private. Si puo’ tornare sulla strada che costeggiando i parchi e le vecchie cascine di Quassa porta, tra prati e boschi, al fiume Quassera e al confine di Ranco.
A nord del porto il percorso perdonale si avvia verso rocce passando accanto al grande platano detto il piantone napoleonico, caro agli impresi. Gli impianti della spiaggia attrezzata ospitano il Circolo della Vela ed altre società sportive e nautiche. Con un ponticello mobile si supera l’ingresso dell’antica darsena della villa Sagramoso Brivio e ci si inoltra sulla costa rocciosa, sotto la cascina San Carlo fino alla punta dell’Ometto, oltre la quale si apre il piccolo golfo delle Fornaci. I moli degli antichi porticcioli che servivano le fornaci da calce oggi appartengono a ville private e costringono ad abbandonare la riva, a risalire sulla strada ed a continuare il percorso passando dietro alle ville. Si puo’ cosi’ raggiungere il promontorio del Monte dei Nassi e scendere alla punta che si inoltra nel lago e divide il golfo delle Fornaci da quello del Lavorascio. Il promontorio è segnato dalle ferite delle vecchie cave di calcare e alla sua base sopravvivono, proprio sulla riva dell’acqua due fornaci in discreto stato di conservazione. La prima si affaccia sull’antico molo che forma il cosiddetto porto del Pinet. Per proseguire la passeggiata oltre la punta, si deve risalire il colle e attraversare il quartiere di Ispra 70 per ridiscendere verso la pianura del Lavorascio. Questa zona costituiva fino a non molti anni fa un’oasi naturalistica di rilievo. Alla località Girolo, un pontile di legno che si inoltra nell’acqua preannuncia il confine con l’area naturalistica della Bozza e il comune di Brebbia.